La piaga silenziosa dei fallimenti immobiliari
Pubblicato l'11 luglio 2007 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

La piaga continua. Lavoratori, famiglie e risparmiatori truffati dal sistema Italia. Parmalat? Argentina? Giacomelli? La finanza killer? No, mi spiace, la colpa di tutti i più grandi disastri familiari degli ultimi 20 anni e del tanto osannato mercato immobiliare.
I fallimenti immobiliari, nonostante la nuova legge, a proposito della quale sin dall'inizio ho nutrito seri dubbi di applicabilità, continuano a mietere vittime in modo tragico e nel più desolante silenzio mediatico. I signori del mattone non amano la troppo la pubblicità negativa. Hanno creato sapientemente, con grande complicità di commentatori e giornalisti, la burla dell'eterna ed intoccabile bontà dell'investimento immobiliare, tanto che oggi 1000 persone vittime di un obbligazione come Giacomelli fanno più notizia di 100.000 vittime di un fallimento immobiliare.
Oggi mi fermo qui. Di seguito trovate una serie di comunicati del Conafi (associazione che assiste le vittime dei fallimenti immobiliari), e sono solo alcuni di quelli degli ultimi nove mesi.

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Comunicati CONAFI

22 settembre 2006
"Questa volta a Novara: 27 famiglie lunedì prossimo alle 15.30 vedranno le loro case, già pagate, messe all'asta dal tribunale. Conseguenza del fallimento della società costruttrice Tarantola. L'iniziativa residenziale "Santa Sofia", per motivi temporali non si avvale delle tutele previste dal dgls 122 (obbligo di garantire i soldi degli acquirenti tramite fideiussione bancaria) e pertanto la legge di procedura fallimentare del 1942 viene applicata in tutta la sua devastante ingiustizia: a pagare per colpe non proprie sono gli acquirenti e lo sciacallo di turno parteciperà all'asta aggiudicandosi beni che sono già stati pagati coi risparmi delle famiglie".
26 settembre 2006
"Come volevasi dimostrare: l'asta di ieri a Novara ha fatto le sue vittime. Le 27 famiglie del complesso residenziale "Santa Sofia" hanno perso soldi e casa. Una immobiliare di Torino, una di quelle aziende che fanno così ricco e così bello il nostro paese, piena di risorse e intelligenze vive che sfornano un'innovazione tecnologica dietro l'altra... ma solo nelle aule dei tribunali e con l'aiuto di leggi del 1942!!!! Perché da sole riuscirebbero solo a organizzare, quando va bene un'impresa di pulizia. Eebbene, un fulgido esempio di impresa socialmente responsabile si è aggiudicata le case di 27 oneste famiglie. Bravi! Bravissimi! È il senso spiccato degli affari, alle nostre latitudini, che hanno certi nostri bravi concittadini. Per ciò che riguarda la giustizia, e per tutte quelle altre bazzeccole che dovrebbero aggirarsi nelle aule dei tribunali, un'altra giornata da dimenticare. Tutto in regola, beninteso, non una virgola della legge è stata disattesa. Peccato che la legge di procedura fallimentare sia del 1942, peccato che non c'è paese al mondo nel quale gli acquirenti pagano per il fallimento del costruttore, peccato che la crescita economica non si realizza sulle disgrazie degli altri.
La legge 122 deve essere applicata altrimenti questi sono i risultati".

24 ottobre 2006
"Le 36 famiglie coinvolte nel fallimento dell'impresa COGEOS presidieranno gli ingressi di IMI San Paolo-Intesa, dalle 9 alle 17.30 di giovedì e di venerdì, in piazza Cordusio nel centro di Milano (si è rinunciato a mercoledì per effetto dello sciopero dei giornalisti delle televisioni).
Una vicenda come tante altre, troppe, che hanno visto coinvolte famiglie incolpevoli nel crack di aziende costruttrici inopinatamente finanziate da istituti di credito disattenti, quando non direttamente collusi con le vicende che le hanno condotte al fallimento".

15 febbraio 2007
"Nel 90% delle nuove costruzioni non si applica la legge che tutela gli acquirenti di immobili dai rischi di fallimento dell'impresa".

19 febbraio 2007
"UN UOMO MUORE D'INFARTO DOPO AVER PARTECIPATO ALL'ASTA DELLA PROPRIA CASA
Diritto di prelazione? No, neanche a morire. È successo nella civilissima Puglia. Dal curatore fallimentare prima e poi dal Tribunale di Bari, giudice delegato, il diritto alla prelazione previsto dall'articolo 9 del Decreto Legislativo 20 giugno 2005, n. 122, non è stata riconosciuto come legge dello Stato.
Coinvolto suo malgrado, in quanto acquirente, nel fallimento della Socim di Acquaviva delle Fonti, già gravemente ammalato, un anziano signore è stato costretto a partecipare all'asta per contrastare l'azione dei numerosi sciacalli che vi partecipavano per aggiudicarsi l'appartamento in cui viveva con la sua famiglia da 12 anni. Due giorni dopo è deceduto. Questo la settimana scorsa.
L'uomo è riuscito a vincere l'estenuante battaglia dei rilanci d'asta aggiudicandosi l'appartamento che già aveva pagato al costruttore. Ma non ha retto alla tensione provocata dal rischio che qualcuno degli sciacalli potesse aggiudicarsi la casa. È stato fulminato da un infarto qualche ora dopo.
Base d'asta € 90.000,00. Prezzo di aggiudicazione € 165.000,00. Semplicemente: a quella maledetta asta lui non doveva partecipare. Gli sciacalli avevano diritto a rilanciare tra di loro, ma poi avrebbero dovuto fare i conti con il diritto di prelazione che quell'uomo avrebbe certamente esercitato. Lo dice la legge".

15 maggio 2007
"Oggi, in piazza del Duomo a Grosseto, Bruno Falzea, una persona mite e padre di famiglia, inizia il suo sciopero della fame.
Gesto estremo, non simbolico: da 16 anni la sua vicenda è l'emblema di ciò che accade in un paese incivile e scempio come il nostro. Rischia l'asta della sua casa, strapagata da anni e da anni difesa con immense spese legali da una procedura fallimentare la cui cieca e ingiusta inesorabilità sembra uscita direttamente dalle pagine del Manzoni. Unico paese al mondo nel quale il fallimento dell'impresa costruttrice devasta e ammazza le famiglie. L'unico al mondo in cui una legge approvata in Parlamento all'unanimità, assolutamente coerente con tutte le legislazioni europee sul tema, efficace e semplice, stenta ad essere applicata solo perché non è di gradimento a costruttori, banche e assicurazioni, qualche volta giudici, che continuano imperterriti a eludere leggi che il Parlamento approva in nome del popolo italiano".

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Per concludere, ricordo che già nel 2000, ben prima di tutti gli scandali finanziari recenti, erano oltre 400 mila le famiglie coinvolte in un crack immobiliare, per un valore complessivo di denaro perso di quasi 30.000 miliardi delle vecchie lire, una cifra spaventosa, superiore a quella degli sfortunati possessori di obbligazioni, che con i recenti recuperi se la passano certamente meglio di chi ha perso la casa. Ma gli italiani non lo devono sapere, altrimenti si infrange l'eterno sogno del mattone magico.







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